giovedì 15 gennaio 2009

Le disperate condizioni del popolo di Gaza

Le immagini atroci di bambini dilaniati, di vite di civili spezzate, che ci vengono trasmesse dalle TV, specie da quelle estere come la BBC e Al Jazeera, mi sollecitano, oltre all’angoscia per cotanto orrore, alcuni interrogativi. Com’è possibile che crimini orrendi di bambini, di donne, di civili in genere vengano perpetrati nell’indifferenza generale, senza un’indignazione dei popoli del mondo intero? Com’è possibile che i potenti del mondo siano così ipocriti da far finta di mobilitarsi, dopo giorni dall’inizio del massacro e con la relativa lentezza, e non fanno l’unica cosa concreta: richiamare una volta e per tutte e costringere i dirigenti di Israele, con grande determinazione e con la minaccia dell’isolamento, di un vero e proprio cordone sanitario, ad eseguire le numerose risoluzioni dell’ONU, sempre disattese con arroganza? La risposta che, a mio avviso, si può dare è complessa, nel senso che occorra fare riferimento ad una serie di fattori interconnessi. In primo luogo, bisogna ribadire ancora una volta che l’ONU è un organismo-farsa, un acronimo e nulla più, senza contenuti, potere e sovranità. Non è un organismo democratico, eletto dai popoli. E’ uno strumento in mano agli Stati Uniti. In secondo luogo, Israele fa quel che vuole perché sa di potere contare sulla protezione incondizionata degli USA, perché le lobby ebraiche americane finanziano le elezioni dei presidenti degli Stati Uniti e sono potenti plutocrazie e influenti gruppi di pressione. In terzo luogo, gli ebrei che governano Israele sono i sopravvissuti all’olocausto, i quali hanno messo in atto dei meccanismi psicologici di identificazione con l’aggressore nazista ed ora mettono in atto verso i palestinesi gli stessi comportamenti distruttivi e necrofili. Inoltre, come la storia ha mostrato, il passaggio dalle religioni politeiste (più tolleranti, perché ai tanti dei se ne potevano sempre aggiungere degli altri, come avvenne nel pantheon romano nel quale vennero incorporati anche le divinità greche) a quelle monoteiste ha prodotto intolleranza e fondamentalismi, crociate e guerre. E ciò perché ogni fondamentalismo è assolutizzazione della propria verità, chiusura alle ragioni dell’altro, è intolleranza e, perciò, due fondamentalismi entrano in conflitto tra loro, perché ciascuno vuole fare prevalere la propria verità, considerata come l’unica. Ogni fondamentalismo è una vera e propria forza compulsiva verso l’irrazionale. In Medio-oriente si scontrano due fondamentalismi, quello ebraico e quello islamico di Hamas e ciò rende perfino possibile che un moscerino come l’organizzazione fondamentalista di Hamas creda di potere distruggere un polifemo atomico, per di più protetto da tutte le oligarchie economiche, politiche e mediatiche occidentali e non. Per l’insieme dei motivi sopra enucleati, Israele può consentirsi di rispondere, con arroganza, a chiunque, sia pure timidamente, chieda una tregua, che si andrà avanti nell’operazione “piompo fuso”, cioè “piazza pulita”, finché servirà, cioè fino allo sterminio di popolo. Prova ne sia che Israele non vuole testimoni e tiene lontani i giornalisti, i quali neppure protestano. E’ sempre per i motivi di cui sopra che vi sono Paesi i cui dirigenti, che violano diritti umani fondamentali, vengono processati come criminali di guerra, mentre nessuno può condannare Bush come criminale di guerra per le decine di migliaia di morti iracheni, americani, europei, di cui porta la responsabilità in Iraq, così come nessuno oserà imputare come criminali di guerra i capi di Israele. Tuttavia, non credo che una politica così aggressiva e sconsiderata giovi a Israele. Anzi serve soltanto ad alimentare odio e dolore. Ma, quel che è peggio riattizza sentimenti antisemiti profondi, veri, non già quelli che la dirigenza di Israele, nella sua arroganza, attribuisce a chiunque osa criticare alcune sue azioni non proprio corrette.